1. STORIA DELLA DALMAZIA

    AvatarBy rector il 14 Feb. 2012
     
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    NOTA SCRITTA DAL PATRIOTA ITALIANO DECLEGIO.


    Breve storia della Dalmazia dalle origini al 1918 tratta da uno studio del grande Patriota e irredentista Dott. Prof. Giotto Dainelli (gloria a Lui) e pubblicata nel 1918 dall’Istituto Geografico de Agostini

    Di insediamenti umani in Dalmazia risalenti ai tempi preistorici si hanno abbastanza numerosi documenti, i quali testimoniano di due diversi periodi, quello della pietra, e quello dei castellieri; dei quali resti i primi sono più frequenti nelle grotte delle isole, i secondi sulla terra ferma.

    Ma delle vicende attraversate dalla Dalmazia fino a gli ultimi secoli innanzi Cristo, ben poco sappiamo, e poco anche dei suoi abitanti, gli Illiri, tra i quali più precisamente Dalmati furono detti quelli insediati tra la Narenta e il Tizio, dal nome della loro cittadella principale, cioè Delminium.

    Fra queste antiche popolazioni illiriche si formarono sulle isole e sulle coste di terra ferma. Insediamenti di fenici e greci, dei quali specialmente i secondi costituirono numerose colonie, dando origine a centri che ancora oggi sopravvivono al lungo corso dei secoli.

    Successivamente incursioni di Galli dettero luogo ad una signoria celto-illirica, la quale raggiunse una abbastanza grande potenza nel III secolo A.C. ma i Romani, in guerra allora con i Cartaginesi, compresero quanto a loro fosse necessario il dominio dell’Adriatico e, per questo, quello dell’opposta riva; sì che, chiusa la prima guerra punica, iniziarono (229 A.C.) la serie di quelle dieci guerre illiriche che li condussero (78 A.C.) al possesso completo della regione ad oriente dell’Adriatico.

    Nell’ordinamento di Augusto la Dalmazia comprese tutta la regione dell’Arsa, in istria, fino al Drin, in Albania, e dalla costa nell’interno fino quasi alla Sava: Nell’ordinamento di Diocleziano furono lievemente modificati i limiti lungo la costa, cioè a settentrione non più l’Arsa ma l’estremità del Quarnaro e a mezzogiorno non più il Drin ma il margine occidentale del lago di Scutari.

    Caduto l’Impero d’Occidente la Dalmazia costituì l’effimero regio di Giulio Nepote (476/480); poi fu compresa nel regio italiano di odoacre, (480/493) e quindi in quello degli ostrogoti, signori dell’Italia (493/553). Vinti poi dai bizantini la Dalmazia passò all’impero d’oriente, restando però sotto il governo degli esarchi di Ravenna (553/568).

    Ma l’unità politica d’italia non si mantenne a lungo, anzi, fiu subito turbata con la discesa dei longobardi; e la Dalmazia, premuta dalle orde degli Avari, sfuggì temporaneamente alla influenza di bisanzio, che pure si mantenne in molte isole ed in molte città coatiere, più che altro indirettamente, perché queste isole e queste città costiere sentivano già fin da allora la speciale attrazione verso il ducato di Venezia più che verso l’impero lonatano (568/774).

    Le orde degli Avari, però, si ritrassero, e la Dalmazia tornò in gran parte legata direttamente a Bisanzio, cioè vale a dire a Venezia, ed in parte fu sottomessa ai Franchi i quali avevano sostituito i Longobardi nel Regio d’Italia (774/830).
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    Intanto, ritiratisi gli Avari, erano calati verso il mare taluni popoli slavi, a settentrione i croati, nell’estremità meridionale i serbi; ed i croati, terminato il dominio che su di essi avevano conquistato i Franchi, divennero indipendenti e verso il termine del IX secolo si fecero padroni della costa dalmata settentrionale: Più a mezzogiorno, nella terraferma, Bisanzio manteneva la sua signoria, più nominale che effettiva; mentre molte isole e le principali città costiere cadevano sotto il dominio di Venezia, ormai indipendente e già forte sul mare, ed i cui Dogi presero nel 1.052 il titolo di Duchi di Dalmazia (830/1.091).

    Nuovi rivolgimenti avvenivano nelloriente vicino: la Croazia ed i suoi possessi dalmati passavano sotto il dominio degli Ungheri, mentre invece più tardi la Bosnia e la Serbia si facevano indipendenti, sì che a questa era sottoposta la estrema parte meridionale della Dalmazia, e all’Ungheria il rimanente, non senza però che isole e citttà costiere fossero a più riprese sottoposte a Venezia con frequente ed alterna vicenda di fortuna (1091/1240).

    Si iniziava così il periodo della maggiore potenza della Ungheria, la quale assoggettava la Bosnia ed anche parte del territorio appartenente al regno di serbia; però il dominio della Ungheria sulla Dalmazia non fu sempre né efffettivo né completo: giacchè da un lato sorse una signoria locale dei conti di Dalmazia nella famiglia Subich, da un altro Venezia otteneva o conquistava gran parte del territorio, restituendolo in seguito, ma pur mantenendo il suo predominio quasi costante sulle isole e su alcune città costiere (1240/1410).

    E le stesse condizioni continuarono ancora; sorse di nuovo un regno di bosnia, ma cadde poi sotto la marea dei Turchi, e sotto questa cadde anche il Regno di Serbia, mentre si espanse sul territorio di quest’ultima anche uno stato indipendente di Albania; ma la Dalmazia rimase ancora contesa tra l’Ungheria e Venezia, ormai stato non più soltanto lagunare e marittimo e che andò accrescendo il suo dominio in specie lungo la costa meridionale verso l’Albania (1.410/1492).

    E la marea dei Turchi cominciò ad avanzare riducendo il dominiodalmata dell’Ungheria solo alla terra ferma che si bagna nel canale della Morlacca; mentre si accresceva il dominio territoriale di Venezia e si affermava la piccola Repubblica di Ragusa (1492/1618): Ma la marea avanzava ancora, sì che il dominio dei turchi si stabilì anche esso in Dalmazia a diminuzione di quello di Venezia, mentre permaneva il governo repubblicano di Ragusa (1618/1669).

    Però Venezia, combattendo strenuamente i Turchi, si impossessò in un primo momento di tutta una fascia costiera, oltre alle isole, ed in un secondo momento anche di gran parte dell’interno (1669/1718). Cominciava così oramai il deciso regresso della marea turca; l’Ungheria rimaneva signora della costa settentrionale, e Venezia di tutto il territorio che rientra nei confini amministrativi della Dalmazia odierna, con la eccezione del territorio indipendente di Ragusa (1718/1798).

    Soltanto alla fine del secolo XVIII la monarchia austriaca sostituì in Dalmazia, come nell’Istria e cone nell’Italia settentrionale la gloriosa Repubblica della laguna (1798/1806) ma per poco tempo perché le vittorie napoleoniche riunivano presto Dalmazia ed istria al Regno d’italia (1806/1810), poi separandole da questo nelle Province Illiriche, nelle quali si spegneva anche la piccola Repubblica di Ragusa (1810/1815).

    Crollata la potenza di Napoleone la monarchia austriaca riotteneva la eredità di Venezia (1815/1866) e solo con la perdita dei territori veneti nella Penisola rimase in possesso della Dalmazia, senza che questa avesse più alcun legame politico con la vicina Italia (1866 ad oggi - con esclusione della città di zara e dell’isola di Lagosta 1918/1947 ndr.-)

    La Serbia soltanto durante un breve periodo ebbe il dominio della Dalmazia, e soltanto per un breve tratto della sua estrema costa meridionale, e questo pure non intero: La croazia, come stato indipendente, né possedè la costa settentrionale e parte delle isole solo dentro lo spazio di un secolo e mezzo, ma con dominio contrastato e spesso qua e là sottratto dalla Repubblica veneta. Più lunga la signoria degli ungheresi, tra la fine dell’XI secolo e quella del XV secolo, ma quasi mai estesa alle isole.

    Chi ebbe il completo possesso della Dalmazia fu Roma per quasi sei secoli continuativi; e poi il Regno Italiano di Odoacre, e poi quello pure italiano degli Ostrogoti, e poi l’Impero d’Oriente quando riconquistò l’Italia: Poi l’ebbe completo, o quasi, Venezia tra la fine del XV secolo e quella del XVIII secolo. E Venezia, del resto, mai abbandonò il suo dominio su isole o su città costiere della Dalmazia neppure nei periodi minori, nei quali questa fu in parte croata od ungherese.

    Soltanto alla fine del XVIII secolo la Dalmazia venne in possesso della monarchia austriaca, e solo in quanto questa ereditava i domini della repubblica Veneta; ancora dunque la Dalmazia rimaneva legata all’Italia. E rimase unita sia all’effimero Regno d’Italia napoleonico, staccatane per breve tempo nelle Province Illiriche. Ritornò quindi, ma con Venezia, all’Austria e solo dal 1866 essa appare, fino ad oggi (1918 ndr), staccata politicamente dalla penisola.

    La Dalmazia dunque, come per la natura, come per l’arte, come per la civiltà, così anche per la storia appartiene essenzialmente all’Italia e lo studio delle vicende storiche attraversate dalla Dalmazia ci dà ancora altri insegnamenti: a cominciare da quando i cartaginesi, guerreggiando con Roma, credettero opportuno creare a questa nemici di là dell’Adriatico, si può dire che sempre, attraverso i secoli, si sia ripetuto come un ricorso costante questo fatto, che dalla Dalmazia e dalle regioni vicine venivano le più dirette minacce all’Italia: fosse dalle invasioni barbariche, o dai pirati costieri, o dai turchi, o dagli slavi, o per spontanea iniziativa di questi, o per accordi con nemici d’altrove. E per contrasto Roma e Venezia furono sopra tutto potenti quando ebbero il possesso della Dalmazia; Come d’altronde la Dalmazia fiorì, nelle isole e nelle sue coste, di prosperità e ricchezza soltanto quando fu romana e quando fu veneziana.

    La Dalmazia dunque appare necessaria all’Italia come l’Italia alla Dalmazia.
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  1. UltraNazionalista
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    7/2/2015, 17:28     +1   -1
     
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    Tutta la Dalmazia è ITALIANA !
     
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