1. EROE ITALICO

    AvatarBy rector il 25 Dec. 2014
    +1   -1    1 Comments   75 Views
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    ORA VI FACCIO VEDERE COME MUORE UN'ITALIANO.......SUL PUNTO DI MORTE NON HA PIAGNUCOLATO DA SERVO. HA RICORDATO AI SUOI CARNEFICI COME SI COMPORTA UN VERO ITALIANO IN PUNTO DI MORTE---- ETERNO ONORE A UN MIO FRATELLO ITALIANO!

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    Edited by rector - 6/11/2015, 15:12
    Last Post by rector il 22 Sep. 2015
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  2. Patriottismo Italiano

    AvatarBy rector il 20 Jan. 2016
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    Last Post by rector il 20 Jan. 2016
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  3. EROE ITALICO

    AvatarBy rector il 28 Mar. 2012
    +1   -1    5 Comments   114 Views
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    Tenente Italo Stagno
    Stagno Italo , nato nel 1902 a Cagliari.
    Tenente di complemento 1° Reggimento Alpini Divisione “Cuneense”
    Figura di primo piano nel sindacalismo nazionale e funzionario del Ministero delle Corporazioni, dopo aver prestato servizio di prima nomina nel 7° reggimento alpini come sottotenente di complemento nel 1937 e come richiamato per istruzione nell'ottobre 1939, fu promosso tenente dal 1° gennaio 1940. Il 2 ottobre 1941, richiamato per mobilitazione, raggiunse in zona di guerra il Comando della 7^ Armata. Trasferito poi nel giugno 1942 al 1° reggimento alpini della Divisione “Cuneense” ed assegnato a disposizione del Comando del reggimento, partì il 28 luglio per la Russia. Caduto prigioniero durante il ripiegamento dalle posizioni del Don, fu internato in vari campi di prigionia mai piegandosi agli aguzzini sovietici.
    Nel dicembre 1945 , a rinnegati italiani agli ordini di Togliatti dai quali lui ed altri prigionieri di varie nazionalità venivano esortati a far causa comune con l'infernale paradiso sovietico, disse: “Noi abbiamo un dovere, quello di riportare in Italia intatte la bandiera e la fede che migliaia di fratelli caduti nelle steppe gelate di Russia e sui campi di battaglia ci hanno affidato. Siamo prigionieri ed abbiamo perduto la grazia di essere uomini liberi, siamo sempre legati ad, un giuramento e,dobbiamo mantenerlo per essere degni dei nostri Caduti. Signori, noi siamo i deputati dei morti”. Per queste parole, applaudite da prigionieri italiani, tedeschi, ungheresi, spagnoli, che lo abbracciarono piangendo,ebbe un trattamento speciale che lo portò alla malattia e poi alla morte nel campo di prigionia 160 a Susdal il 24 settembre 1947.
    E' famosa la sua Preghiera,riportata in Italia a memoria del Ten. Medico M.O. Reginato suo compagno di prigionia.
    Sabato 2 Ottobre 2004 durante lo svolgimento del 1° Raduno Alpino di Raggruppamento è stata intitolata a suo nome una piazza a Cagliari.

    Medaglia d'oro al valor militare con la seguente motivazione: Ufficiale addetto ad un Comando di reggimento alpino, sostituiva volontariamente, nel corso di un aspro combattimento, un comandante di plotone caduto. Durante dieci giorni di ripiegamento, si batteva sempre alla testa dei suoi uomini, con eroico slancio infliggendo al nemico, in successivi scontri, gravi perdite. In un'ultima azione, preclusa ogni via di scampo, dopo una disperata resistenza che s'imponeva alla ammirazione dello stesso avversario, veniva travolto e catturato. Durante dura e tormentosa prigionia serbava contegno superbo per virile fierezza, sdegnosa noncuranza di sopraffazioni e violenze, incrollabile amor patrio e generoso altruismo. Colpito da grave morbo soccombeva, debellato nella carne, ma non nel mobilissimo ...

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    Last Post by rector il 22 Dec. 2014
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  4. EROE ITALICO

    AvatarBy rector il 27 Feb. 2012
    +1   -1    0 Comments   66 Views
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    Luigi RIZZO
    Capitano di Corvetta

    2 Medaglie d'oro al Valor Militare



    Per la grande serenità ed abilità professionale e pel mirabile eroismo dimostrato nella brillante, ardita ed efficace operazione da lui guidata, di attacco e di distruzione di una nave nemica entro la munita rada di Trieste.

    Rada di Trieste, notte 9 - 10 dicembre 1917

    Comandante di una sezione di piccole siluranti in perlustrazione nelle acque di Dalmazia, avvistava una poderosa forza navale nemica composta di due corazzate e numerosi cacciatorpediniere e, senza esitare, noncurante del grande rischi, dirigeva immediatamente con le sezioni all'attacco.

    Attraversava con incredibile audacia e somma perizia militare e marinaresca la linea fortissima delle scorte, e lanciava due siluri contro una delle corazzate nemiche, colpendola ripetutamente in modo da affondarla.

    Liberavasi con grande abilità dal cerchio di cacciatorpediniere che da ogni lato gli sbarravano il cammino e, inseguito e cannoneggiato da uno di essi, con il lancio di una bomba di profondità, lo faceva desistere dall'inseguimento danneggiandolo gravemente.

    Costa Dalmata, notte sul 10 giugno 1918



    rizzo
    Last Post by rector il 27 Feb. 2012
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  5. LA LEGGENDA DEL PIAVE

    AvatarBy rector il 24 Feb. 2012
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    "La Leggenda del Piave"

    Il Piave mormorava,
    calmo e placido, al passaggio
    dei primi fanti, il ventiquattro maggio;
    l'esercito marciava
    per raggiunger la frontiera
    per far contro il nemico una barriera...

    Muti passaron quella notte i fanti:
    tacere bisognava, e andare avanti!

    S'udiva intanto dalle amate sponde,
    sommesso e lieve il tripudiar dell'onde.
    Era un presagio dolce e lusinghiero,
    il Piave mormorò:

    «Non passa lo straniero!»

    Ma in una notte trista
    si parlò di un fosco evento, *
    e il Piave udiva l'ira e lo sgomento...
    Ahi, quanta gente ha vista
    venir giù, lasciare il tetto,
    poi che il nemico irruppe a Caporetto! **

    Profughi ovunque! Dai lontani monti
    Venivan a gremir tutti i suoi ponti!

    S'udiva allor, dalle violate sponde,
    sommesso e triste il mormorio de l'onde:
    come un singhiozzo, in quell'autunno nero,
    il Piave mormorò:

    «Ritorna lo straniero!»

    E ritornò il nemico;
    per l'orgoglio e per la fame
    volea sfogare tutte le sue brame...
    Vedeva il piano aprico,
    di lassù: voleva ancora
    sfamarsi e tripudiare come allora...

    «No!», disse il Piave. «No!», dissero i fanti,
    «Mai più il nemico faccia un passo avanti!»

    Si vide il Piave rigonfiar le sponde,
    e come i fanti combatteron l'onde...
    Rosso di sangue del nemico altero,
    il Piave comandò:

    «Indietro va', straniero!»

    Indietreggiò il nemico
    fino a Trieste, fino a Trento...
    E la vittoria sciolse le ali al vento!
    Fu sacro il patto antico:
    tra le schiere, furon visti
    Risorgere Oberdan, Sauro, Battisti...

    Infranse, alfin, l'italico valore
    le forche e l'armi dell'Impiccatore!

    Sicure l'Alpi... Libere le sponde...
    E tacque il Piave: si placaron l'onde...
    Sul patrio suolo, vinti i torvi Imperi,
    la Pace non trovò
    né oppressi, né stranieri!

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    Luigi Mercantini, 1859
    L'INNO DI GARIBALDI

    1. Si scopron le tombe, si levano i morti
    i martiri nostri son tutti risorti!
    Le spade nel pugno, gli allori alle chiome,
    la fiamma ed il nome d'Italia nel cor:
    corriamo, corriamo! Sù, giovani schiere,
    sù al vento per tutto le nostre bandiere
    Sù tutti col ferro, sù tutti col foco,
    sù tutti col nome d'Italia nel cor.

    Va' fuori d'Italia,
    va' fuori ch'è l'ora!
    Va' fuori d'Italia,
    va' fuori o stranier!

    2. La terra dei fiori, dei suoni e dei carmi
    ritorni qual'era la terra dell'armi!
    Di cento catene le avvinser la mano,
    ma ancor di Legnano sa i ferri brandir.
    Bastone tedesco l'Italia non doma,
    n...

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    Last Post by rector il 24 Feb. 2012
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